Reparto Amleto è uno spettacolo concentrato in 50 minuti, dinamico, veloce, su un palcoscenico essenziale.
Protagonista della scena, in un ospedale psichiatrico, uno stanco e frustrato Amleto che si ritrova a capire cosa fare della sua vita, uccidere o meno suo zio, accusato di essere l’artefice della morte del suo compianto padre, anch’egli Amleto.
A sostenere il principe di Danimarca in pigiama e ciabatte, seduto affranto e sconsolato su una sedia a rotelle, ci sono i due portantini annoiati dal turno di notte, tutt’altro che professionali e il rigido e aitante primario medico del reparto psichiatrico, i quali provano ad entrare nella mente del paziente per capirne i motivi che l’hanno portato fra quelle mura.
Dopo l’ennesimo e informale colloquio, l’unica soluzione possibile al disagio del giovane paziente sembra un confronto tra gli insofferenti portantini, che hanno come unico scopo la fine del turno di lavoro, e il giovane uomo, incalzati dal primario del reparto che li spinge ad agire, anche tralasciando gli atteggiamenti professionali.
Ne esce fuori un entusiasmante confronto tra un ragazzo spossato e prostrato da 4 secoli secoli di storia, durante cui la sua immagine ha subito una profonda mercificazione e che non sa come comportarsi con la cresciuta e mutata Ofelia, con la vita semplice e banale dei due ragazzotti in divisa verde e ciabatte; due fannulloni, felici delle loro vite per quanto banali, che entusiasmano Amleto con il mare, partite a racchettoni e la prospettiva di una carbonara in trattoria da Marcolino assieme a un bicchiere di vino.
Particolarmente divertente è il contrasto tra il linguaggio desueto e forbito del principe di Danimarca spesso privo di chiarezza e i dialetti semplici ed efficaci dei portantini.
Tutto si chiude con la diagnosi da parte del primario del reparto psichiatrico: il principe di Danimarca deve lasciare l’ospedale e riprendere consapevolezza del suo nome e della gravosità della sua opera che deve portare a termine.
L’abbandono del reparto psichiatrico è l’unica via da seguire per tornare ad essere quello che è sempre stato: essere o non essere?
In scena al Teatro India fino al 14 ottobre, scritto e diretto da Lorenzo Collalti con Luca Carbone, Flavio Francucci, Cosimo Frascella, Lorenzo Parrotti.
Marco Recchia