Al Teatro della Cometa va in scena Replay, un originale e frizzante musical scritto da Fabio Ingrosso e Mauro Simone e da quest’ultimo anche diretto.
New York: scena di vita quotidiana, quattro personaggi, due storie d’amore apparentemente scollegate che nascono tra problemi personali e scambi di battute improvvisate. Amy, assistente di un avvocato, è sulla strada in attesa di un taxi e incrocia Dave, commesso in una delle migliori Bakery di New York, mentre Nico, doppiatore italiano, s’innamora della sua psicologa Giulia. Dopo le prime difficoltà di approccio e di diffidenza, le due coppie diventano affiatate, iniziando un’intensa storia d’amore, che li porta nell’elegante Parigi. Col passare del tempo vengono a galla i primi problemi: Amy e Nico, per quanto sinceri, nascondono una verità importante ai propri compagni e questo porterà alla brusca rottura dei loro rapporti, fino ad arrivare a un finale inaspettato che segnerà le loro sorti.
Tema centrale della pièce è la sincerità tra persone che vivono storie d’amore: spesso si omettono delle informazioni, creando equivoci che portano a brusche rotture dei rapporti a causa della perdita di fiducia del proprio partner. Purtroppo nella vita spesso non c’è una seconda chance per rimediare agli errori, non esiste un tasto replay come in un videoregistratore, non si può ricominciare per cambiare i comportamenti e la vita non è un film da prendere come modello. Forse.
Lo spettacolo è un misto di recitazione e canzoni inedite dei protagonisti, che rimangono subito impresse, legate così intensamente ai loro stati emotivi (a cura di Fabio Ingrosso e Riccardo Scirè): riescono a rendere dinamiche le scene, già molto complesse in quanto cronologicamente sfalsate; l’intermittenza delle luci, a cura di Francesco Vignati, sancisce i cambi di scena e consente di realizzare un ritmo narrativo molto cinematografico, con il cambio improvviso delle situazione dei protagonisti, richiami che collegano una scena all’altra, rimandi al passato e al futuro. L’ausilio di due cabine nere con apertura frontale moltiplica le scene recitative, che spesso si sovrappongono per colorire lo svolgimento e dare più punti di vista. LA scenografia è molto articolata ed efficace ed è a cura di Matteo Piedi. Pian piano tutti i nodi vengono a sciogliersi, dando chiarezza a un susseguirsi di situazioni non lineari, spesso di difficile comprensione se l’attenzione non è ai massimi livelli, fino ad arrivare agli atti finali interviene una sorta di deus ex machina ai limiti del reale, quasi un replay in grado di evitare una scena brutta già vissuta. I ragazzi in scena indossano vestiti di tutti i giorni, proprio per sottolineare una situazione di vita quotidiana, si impegnano, sono molto dinamici sul palco, anche grazie alle coreografie sincronizzate durante la parte Musical, curate da Marco Bebbu, cantano, recitano e ballano senza sosta. E’ chiaro che non è semplice portare in scena uno spettacolo così vario con lo stesso livello di eccellenza in tutte le attività mostrate, specialmente nella parte canora in cui si assiste a una disparità di performance tra le due interpreti femminili e i due maschili; questi ultimi a volte hanno incertezze, pur essendo emotivamente ben calati nella parte. La coordinazione motoria e il preciso studio dei personaggi rendono lo spettacolo fluido, giovane e frizzante, tale da render ben chiaro il concetto che muove il tutto.
Globalmente complesso, schietto, allegro e divertente, nonostante la parte finale generi un po’ di confusione tra il pubblico: la semplicità trasmessa dagli attori riesce a far apprezzare un genere poco diffuso in Italia e riceve uno scroscio di applausi da persone incantante da un clima nuovo e innovativo.
In scena fino al 19 ottobre 2014.
Marco Lelli