Dal 5 al 24 gennaio, è di scena al teatro Eliseo Sei personaggi in cerca d’autore di Luigi Pirandello,una delle opere teatrali più importanti della drammaturgia internazionale, adattata e diretta da Gabriele Lavia.
Il testo fu scritto in soli tre giorni dallo scrittore siciliano con un esordio tumultuoso nel 1921 al teatro Valle lasciando buona parte della platea interdetta e sconcertata, per via della rivoluzionaria idea di base ovvero l’idea metateatrale di rompere le barriere tra messa in scena e realtà, tra attore e personaggio, ma la sua modernità lo rende ancora attuale a quasi 100 anni dalla sua genesi. La storia è un modello assoluto del concetto di meta-teatralità: gli attori di una compagnia teatrale stanno dando la prima lettura, del secondo atto, d’una commedia scritta da Luigi Pirandello, Il gioco delle parti e, dopo pochi minuti, l’usciere del teatro conduce sul palco una famiglia di sei membri che chiedono di poter essere ascoltati e di poter spiegare la loro storia, visto che non sono persone fisiche ma personaggi di un testo teatrale, non portato ancora in scena.
La famiglia è composta da un padre, una madre, un figlio nato dai primi due, un bambino ed una bambina figli naturali della madre ma concepiti con un altro uomo; hanno tutti in comune una serie di esperienze drammatiche e sono tutti personaggi appartenenti ad una tragedia, che deve ad ogni costo essere raccontata e lo sarà. Il padre convince, quindi, il capo comico che hanno materiale sufficiente per poter scrivere, anzi addirittura trascrivere semplicemente ascoltandoli, un’opera teatrale di grande impatto e dal successo assicurato. Ma la preziosità e la bellezza dell’opera pirandelliana non è insita solo nell’originalità della trama ma anche nel pathos generato dall’analisi del rapporto tra esistenza reale e messa in scena, tra uomo e personaggio.
Pirandello racconta la Commedia e la Tragedia stessa, non solo una storialineare con un inizio ed una fine; egli rapppresenta il momento in cui vive il personaggio: un istante eterno, poichè l’essenza d’un personaggio è immortale ed immobile, nel tempo che scorre.
Nel ruolo del padre, Gabriele Lavia è una straordinaria guida per tutta la compagnia, che vanta attori di grande pregio ed esperienza come Michele Demaria, il capo comico, Federica Di Martino, la madre, Lucia Lavia, la figliastra, Andrea Macaluso il figlio adulto, Mario Pietramala il primo attore.
La differenza marcata nell’interpretazione delle parti degli attori rispetto a quella dei sei personaggi rende la rappresentazione davvero interessante e godibile.
Lo spettatore percepisce come reale la presenza sul palcoscenico di sei entità che, pur non vive in senso canonico, esistono in un tempo indefinito. Ciò è merito del talento di tutta la compagnia e d’una serie di scelte intelligenti nella regia dello spettacolo.
Le scene di Alessandro Camera, coadiuvate dai costumi di Andrea Viotti, rappresentano l’ambiente teatrale dell’epoca di Pirandello con grande fedeltà e semplicità stilistica.
In questo contesto le musiche di Giordano Corapi sono una colonna sonora adeguata e incalzante, mano a mano che le vicende si snodano. L’orchestrazione delle parti musicali e dei temi è ben strutturata, tanto che in alcuni frangenti essa sembra parte integrante del testo che viene recitato.
Nel complesso, l’adattamento di Gabriele Lavia dimostra un grande rispetto per il testo pirandelliano, portato in scena con minuziosa cura, e si qualifica come una straordinaria prova interpretativa.
Alessandro Gilardi