Sogno di una notte di mezza estate @ Silvano Toti Globe Theatre – Roma

image001Nello splendido scenario di Villa Borghese e con il saluto iniziale del direttore artistico Gigi Proietti, è iniziata la stagione estiva del Silvano Toti Globe Theatre, unico teatro eliabettiano in Italia, che dal 2003 regala al pubblico romano spettacoli e allestimenti sempre un po’ magici in onore del grande William Shapespeare e delle sue intramontabili opere. Quest’anno si comincia con un appuntamento ormai cult: Sogno di una notte di mezza estate, alla sua nova stagione e a firma dell’indimenticabile Riccardo Cavallo. Una storia che continua ad emozionare e a far sognare raccontando il tempo breve della felicità con un sottile sottofondo di malinconia. La scena si svolge prevalentemente della notte del calendimaggio, la festa in cui si celebra la primavera e, allegoricamente, il risveglio della vita e vede l’avvicendarsi e l’intrecciarsi nello spazio e nel tempo di tre mondi: il primo riferito alla realtà, in cui fervono i preparativi per il reale matrimonio tra il Duca Teseo e la sua Ippolita accanto alla pene d’amore di quattro innamorati, il secondo riferito alla realtà teatrale, in cui cinque maldestri ma meravigliosi artigiani tentano di preparare una rappresentazione da portare in dono al Duca e sua moglie nel giorno delle nozze e il terzo riferito alla fantasia, con fate ed elfi magici tra cui spicca lo spirito maldestro, dispettoso ma simpatico di Puck.

L’opera è stata scritta in occasione di un matrimonio e rappresenta, come una scatola cinese, un mondo stregato in cui dominano il capriccio e il dispotismo, racchiudendo tutti gli elementi che caratterizzano le opere di Shakespeare: un bosco e la sua natura, incontri fuggitivi tra innamorati, sentimenti non corrisposti, amanti in competizione per la stessa donna, un matrimonio osteggiato, un fiore dal succo magico per condizionare il destino. Linguaggi diversi che si intrecciano: quello delle fate che alterna al verso sciolto, canzoni e filastrocche, e quello degli artigiani, in cui la prosa di ogni giorno è interrotta dalla goffa parodia del verso raffinato. Un’opera intramontabile e meravigliosa, sempre attuale, in cui realtà e finzione si sovrappongono e si confondono, insieme alle fioche luci delle lanterne, alla nebbia e ai pochi elementi scenici ben orchestrati, alternandosi in modo fluido e armonico, senza che lo spettatore percepisca alcuna differenza.

Malgrado ci dividano da quei tempi ben quattro secoli e i costumi siano cambiati, resta tuttora calzante un concetto shakespeariano mirabilmente sintetizzato così: “L’amore è per i coraggiosi, tutto il resto è coppia” (Barbara Alberti).

Certamente lo scrigno incantato del meraviglioso teatro elisabettiano contribuisce molto al fascino che ci conquista, incastonato com’è nella sontuosa Villa Borghese, sotto la volta stellata di una calda serata estiva, cullato dal piacevole ponentino romano e sotto l’amorevole sguardo del direttore artistico che ha fatto capolino nel corso dello spettacolo tra il pubblico.

Grandiosa la compagnia, che ha saputo rendere quest’atmosfera in modo credibile e godibile. Un divertente gruppo di teatranti, tutti simpatici e ben delineati, che regalano al pubblico momenti di puro divertimento, catturando anche i bambini in teatro, uno strepitoso Puck, un magico re degli Elfi e la regina Titania, ma anche le coppie di giovani amanti e la coppia di sposi, tutti contribuiscono ad un effetto ben orchestrato dalla regia di Riccardo Cavallo. Risulta davvero appropriata la scelta del regista di prendere in prestito il finale de La Tempesta (”noi siamo fatti della stessa sostanza dei sogni”) per concludere con un’ombra di malinconia questa fantastica commedia.

La perfetta regia è debitamente accompagnata da una scenografia naturalista, che sfrutta al massimo gli spazi del magnifico teatro e trasforma un bosco incantato in un palazzo ducale e viceversa con semplicità e maestria.

Uno spettacolo da vedere, in cui si avrà il privilegio di sognare senza dormire.

In scena fino al 12 luglio.

Claudia Belli