Dal 2 al 12 maggio al teatro Vittoria torna dopo vent’anni SpettAttori di Mychael Frayn, con la regia di Pino Strabioli.
Lo spettacolo mette in scena uno degli argomenti più temuti del teatro: il rapporto con il pubblico. E lo fa partendo dal punto di vista degli spettatori, ma anche da quello degli attori e del regista.
Sulla scena c’è solo una platea che, come la sala, si popola pian piano di personaggi comuni: madre e figlia in prima fila, un signore narcolettico, con la moglie esasperata, un professore col suo studente preferito, una coppia clandestina.
Il palco diventa lo specchio delle dinamiche tipiche che si instaurano normalmente tra gli spettatori, a partire dal silenzio imbarazzato rotto dalla tosse contagiosa, ai commenti calzanti o inopportuni sullo spettacolo e sui vicini di poltrona, fino ai ritardatari e alle storie personali ai limiti dell’incredibile. Dalle chiacchiere sulla quotidianità si fa presto ad arrivare a parlare di vulcaniani e pornostar.
Teatro nel teatro, o, come direbbe la spettatrice in prima fila, teatro piegato, nel quale si sovrappone la realtà alla finzione.
Gli spettatori diventano attori e viceversa, in uno scambio di ruoli che si ripete e confonde il pubblico. Sono un vero pubblico? Sono attori che interpretano un pubblico? Sono attori che interpretano attori che interpretano un pubblico?
A scandire la narrazione ci pensano le parole del regista (finto), interpretato dal regista (vero) Pino Strabioli.
Tutto il cast è credibile e ben affiatato; il rapporto tra madre e figlia interpretate da Alessandra Ferro e Orsetta De Rossi risulta molto realistico e divertente ed il ruolo del professore equivoco è reso bene da Luca Staiano.
Il pubblico prova finalmente come ci si sente a trovarsi dall’altra parte del sipario, con tanti occhi che osservano curiosi, distratti, annoiati o critici.
Immancabile, nello stile del Frayn dell’esilarante Rumori fuori scena, arriva anche un assaggio di disastro dietro le quinte.
Laura Pazzelli