Al Teatro Brancaccio è di nuovo in scena Stomp, lo spumeggiante e travolgente spettacolo che spopola in tutto il mondo da ben oltre i vent’anni: gioco, energia, entusiasmo, grande effetto scenico che cattura lo spettatore e lo trascina nella sua magica atmosfera.
Il progetto nacque a Brighton (Inghilterra) nel 1991 grazie a Luke Cresswell e Steve McNicholas, e da sempre riesce in una comunicazione forte, diretta, capace di coinvolgere ed entusiasmare il pubblico di ogni lingua, cultura, generazione. È come se riuscisse a liberare, attraverso il ritmo, i suoni più comuni e per questo più sconosciuti dell’epoca contemporanea.
Lo spettacolo si articola attraverso diverse scene in cui la compagnia scherza e si diverte con il pubblico, gioca, suona, recita, balla, gioca a pallacanestro, legge il giornale, spazza per terra, tutto ovviamente a ritmo – e che ritmo! Un ritmo divertente, che già dalle prime battute cattura il pubblico e lo fa partecipare attivamente allo spettacolo con un sorriso sul volto che non lascia fino a quando si spengono le luci.
Stomp non è uno spettacolo teatrale in senso stretto, non ci sono personaggi, né trama, ma è una combinazione unica di percussioni, movimento, danza urbana e immagini, mimo e comicità, difficile da collocare in un genere, perché di fatto ne tocca diversi, creando un connubio perfetto di danza, teatro e musica. Sul palco, gli eccezionali e simpaticissimi performers, ballerini e percussionisti, ma anche acrobati e attori, originalissimi e contagiosi con lo loro travolgente passione e il superbo estro creativo. Alcuni interagiscono in modo diretto con il pubblico, attraverso una gestualità ed una mimica che non necessitano della parola, riescono a coinvolgere, far ridere, a comunicare semplicemente attraverso la loro presenza sul palco.
Hanno l’aria canagliesca, da ruvidi metropolitani di un ghetto di periferia ed indossano pantaloni sdruciti, maglie mal ridotte e anfibi. Scope alla mano, entrano in scena uno ad uno quasi in sordina, ma basta poco per farli scatenare. Fanno quindi suonare scope, tubi di gomma, sacchetti di plastica e di carta, quotidiani, pacchetti di fiammiferi, bidoni dell’immondizia, i relativi coperchi, carrelli della spesa, lavandini e perfino accendini. Oltre, ovviamente, ad utilizzare il proprio corpo, battiti di mani e di piedi, in un crescendo di ritmo e emozione.
Niente si sottrae alla furia creativa degli STOMP, dimostrando come sia semplice dar vita ad oggetti in disuso e come la musica sia alla portata di tutti e non prerogativa di chi può permettersi costosi strumenti. Un inno alla musica e alla speranza che in ogni situazione si possa trovare il modo per esprimersi e per comunicare con il resto del mondo, a qualunque età e con qualunque oggetto ci si trovi tra le mani.
Quello che apparentemente è uno spettacolo spensierato e leggero è, in realtà, frutto di uno studio corale, di un lavoro che unisce precisione e fantasia. Incredibile la sincronia di movimenti ed il loro entusiasta affiatamento.
Anche la scenografia è perfetta: l’ambientazione è quella di un garage, ma presto ci si accorge che tutte le pareti fungono da enorme batteria, trasformando il palco in una parte integrante dello spettacolo.
La caratteristica più bella dell’intera rappresentazione è il coinvolgimento puro e diretto del pubblico. Non si riesce a stare fermi nelle poltrone, il sorriso è stampato su tutti i visi, il ritmo pervade anche gli animi più indifferenti, i bambini si divertono quanto gli adulti. E uscendo dal teatro non si può fare a meno, guardandosi intorno, a casa o per strada, di scorgere in ogni oggetto d’uso quotidiano un possibile strumento musicale.
Qualsiasi plauso nei confronti degli artisti in scena non è sufficiente a descrivere l’eccezionale interpretazione a cui il pubblico assiste.
Uno spettacolo da non perdere, perché creato per farci sognare, divertire, emozionare e perché magistralmente riesce nell’intento.
In scena fino al 21 maggio al Teatro Brancaccio.
Claudia Belli