Al teatro 7 va in scena SUITE 425, scritto, diretto e interpretato da Marco Zandra con un ricco cast di attori.
Svegliarsi nel giorno del proprio matrimonio in una camera d’albergo diversa da quella pattuita e a fianco della sexy sconosciuta Wendy: non è una buona premessa per il giovane Steve, soprattutto se si aggiungono una precedente sbronza notturna al bar e un tradimento inconsapevole durante i momenti di non lucidità. La situazione si annuncia critica, ma a peggiorarla e a catapultare il protagonista nel panico più completo intervengono tre ulteriori personaggi: Miss Monroe, prepotente direttrice dell’albergo con il suo amico immaginario, Janet, un’invadente cameriera, e Wilson, uno sfaticato cameriere. Il segreto di Steve ha i minuti contati e bisogna correre ai ripari prima dell’imminente arrivo della sua futura sposa Liza. A breve si uniranno anche sua sorella Sandy, per fortuna sua complice, i due testimoni di nozze Bob, amico di vecchia data, e Linda, sorella della sposa, con sua madre Margie, affetta da gravi forme di amnesia. Come se non bastasse, la suite 425 è una camera da letto comunicante con la 426, occupata dai coniugi Brent, una coppia con nervi a fior di pelle, l’esaurito Paul e l’impicciona Jody, svegliati in continuazione per il trambusto della stanza vicina. Iniziano così una serie infinita di gag esilaranti, equivoci, doppi sensi, inseguimenti, fughe da finestre e passeggiate sui balconi sull’orlo del precipizio.
La commedia è molto soft, scorrevole, pittoresca e ben costruita; lo scambio di battute non lascia fiato ed è ben interpretata da tutti i 12 attori, perfettamente calati nella parte e sincronizzati nel cambio delle scene. Merita una particolare menzione l’ottima performance di Janet, interpretata da Fernanda Candrilli, e di Wendy, interpretata da Flaminia Fegarotti, perfette nella mimica ed esposizione. L’ambientazione è molto “British”, ma la situazione degli equivoci è classica italiana, con qualche misto d’inglese, napoletano e calabrese che vanno a speziare i sin troppo vari dialoghi e fanno volare i 90 minuti tra continue risate e colpi di scena. La scenografia, a cura dello stesso Zandra e di Francesca Misiti, è ben curata e riproduce due stanze comunicanti arredate finemente con mobili a parete chiari ed eleganti, oltre ai quali spicca una grande finestra con vista panoramica. Geniale è la visione dicotomica della doppia stanza all’interno dello stesso palco, che permette di commutare la scena a seconda delle circostanze grazie a un sapiente gioco di luci, a cura di Francesco Mischitelli, che illuminano la stanza di turno nel frenetico susseguirsi degli eventi e ma anche grazie all’ausilio di musiche pittoresche che danno enfasi nelle situazioni di silenzio imbarazzante. I costumi sono appropriati, abbastanza formali ed eleganti, dato il prestigio dell’albergo e la sobrietà del momento dovuto al matrimonio, quindi giacca e cravatta per gli uomini ed eleganti tailleur per le donne, a volte un po’ eccentrici e succinti, ma non mancano i pezzi più crudi girati con pigiami o in intimo, ed ancora un tono molto informale per rimarcare le situazioni più “spinte”.
Complessivamente l’opera non ha pecche degne di nota, è divertente, frizzante e mai volgare. Nonostante il calore e l’accoglienza del Teatro 7, Suite 425 soffre il limite di un palco non molto grande per uno spettacolo poliedrico, difficile da orchestrare e che richiede ossigeno; a volte ci si chiede come mai queste piccole perle non possano brillare anche in teatri più grandi come il Sistina. Un grande successo per Zandra e tutto il cast che si portano a casa uno scroscio di meritati applausi.
Fino al 23 febbraio 2014.
Marco Lelli