Sulla morte senza esagerare @ Teatro India – Roma

Una panchina vuota, un lampione difettoso ed una valigia in una spazio vuoto; è questo il non luogo dove un individuo, col volto di teschio ed un look molto retrò, è in attesa.

Quell’individuo è la Morte ed è lì che accoglie gli esseri umani in procinto di passare dall’altra parte attraverso un preciso rito, tuttavia non sempre tutto procede come dovrebbe anche per L’oscura  Mietitrice ed il suo complicato lavoro.

Sulla morte senza esagerare nasce come omaggio ai versi della nota poetessa polacca Wislawa Szymborska sulla morte e sulla sua natura tutt’altro che perfetta o precisa; da qui l’idea di uno spettacolo del Teatro dei Gordi diretto e concepito da Ricccardo Pippa ovvero una straordinaria pantomima di 55 minuti, in cui i versi dell’artista premio Nobel mutano in immagini e situazioni ironiche ed intrise di tenerezza ed emozione.

La Morte è un grigio impiegato dal cardigan bucato, annoiato dal proprio ripetitivo lavoro e stizzito dalle reazioni dei morti (o aspiranti tali) e la messa in scena è struttarata attraverso una serie di quadri in cui i 4 attori in scena utilizzano esclusivamente il proprio corpo, mentre sullo schermo dietro loro appaiono i versi della Szymborska.

Il risultato è estremamente interessante e bello: la totale assenza di parole non ne inficia la riuscita ma, al contrario, il sapiente uso del corpo da parte dei protagonisti restituisce pienamente agli spettatori l’impatto della potenza recitativa ed una leggerezza senza pari.

I quattro interpreti sono straordinari nel definire i molteplici personaggi e situazioni che si susseguono sul palco, indossando delle maschere create da Ilaria Ariemme appositamente per questa produzione senza toglierle quasi mai.

Quella che parrebbe una doppia limitazione,la mancanza di dialoghi e l’assenza della comunicatività dei volti, diviene invece il punto di forza dell’opera, che infonde all’idea di Pippa una sua poeticità sbilenca come l’arte della poetessa che omaggia, quasi a dire che non v’è bisogno di altre parole se non quelle immortali della suddetta artista in tale messa in scena.

Raccontare lo spettacolo sarebbe un peccato nei confronti dello spettatore, ma possiamo anticiparvi che la carrellata di differenti caratteri degli aspiranti morti è alquanto suggestiva e colorita; essi vivono- scusando il gioco di parole- attraverso la mimica corporale di Giovanni Longhin, Andrea Panigatti, Sandro Pivotti e Matteo Vitanza ed incantano la platea, che ride piacevolmente per tutta la durata dello spettacolo.

Sulla morte senza esagerare riesce nell’arduo compito di portare sul palco l’attimo del trapasso e l’idea della morte, depauperandoli della loro cupa percezione attraverso un’ironia lieve e per banale

grazie a quattro ottimi attori ed alla bellezza immortale della poesia della Szymborska; un trittico di qualità che rende lo spettacolo impedibile.

In scena presso il Teatro India sino al 21 aprile.

Roberto Cesano