Un sabato sera all’insegna della grande musica all’Auditorium Parco della Musica, la Sala Santa Cecilia ha fatto da cornice a The Elements, un progetto del pianista e compositore Ludovico Einaudi, che lo propone in esclusiva a Roma per la partenza della settima edizione di Contemporanea. La manifestazione, promossa dalla Fondazione Musica per Roma e curata da Oscar Pizzo, si propone anche quest’anno di avvicinare al pubblico la contemporaneità, rendere accessibile un fantastico tesoro sommerso di artisti e di tradizioni culturali a volte inaccessibili, secondo una linea di sempre maggiore internazionalizzazione e qualificazione multiculturale del Parco della Musica. In questo contesto, Ludovico Einaudi è una scelta di grande effetto, visto che, nonostante il repertorio dell’artista torinese abbia radici profonde nella tradizione classica, la sua musica attinge ad elementi di musica pop, rock e folk, garantendo melodie evocative e di grande impatto emotivo, che lo hanno reso uno degli artisti più apprezzati e richiesti nella scena europea.
L’idea del progetto nasce dal desiderio di commemorare Luciano Berio, maestro di Einaudi e primo Presidente dell’Accademia di Santa Cecilia al Parco della Musica, a nove anni dalla sua scomparsa, ed è dedicato ai quattro elementi filosofici della creazione del mondo: l’aria, l’acqua, la terra e il fuoco. E così la meravigliosa sala dell’Auditorium ospita il musicista torinese insieme ai percussionisti della PMCE dell’Auditorium di Roma e il fedele amico Robert Lippock con i suoi Live Electronis. Una emozionante serata, ricca di buona musica e luci vibranti, che parte dal lavoro sugli elementi che Berio ha realizzato nelle opere per pianoforte Wasserklavier (1966), Erdenklavier (1969), Luftklavier (1985) e Feuerklavier (1989), quattro dei suoi Six Encores, per poi dipanarsi e amplificarsi attraverso il linguaggio originale di Einaudi in una nuova e appassionante esperienza musicale.
Un fantastico sabato sera in una sala gremita, persone di ogni età e nazionalità in attesa di vivere le emozioni che la musica di Ludovico Einaudi regala ogni volta, in quest’atmosfera unica e vibrante che tutti riconoscono al meraviglioso auditorium romano.
Einaudi esordisce con un’eco del primo dei brani di Berio, quello dedicato all’acqua, eco che riemerge magicamenta alla fine del concerto, regalando un effetto di magica circolarità. La musica è sottile, quasi umorale, sfuggente, ma allo stesso tempo brillante, scintillante, passando attraverso tutti gli elementi in maniera composta, utilizzando le luci, le percussioni, in un crescendo che si arricchisce della simulazioni di tuoni e lampi, giocando con l’intrecciarsi ed il rincorrersi di quiete e tempesta.
L’elettronica gioca un ruolo importante nell’ambito delle sensazioni che la partitura trasmette al pubblico in sala, rende la musica viva, avvolgente, coinvolgente. Anche il finale è ben orchestrato, circolare, preciso e al tempo suggestivo, dove sembra che gli elementi passino dal caos al riavvicinamento.
Le sfere luminose e illuminanti sospese sul palco salgono, scendono, fluttuano nello spazio assecondando in modo perfetto il lavoro del compositore, e così un pubblico rapito e slenzioso si perde tra le note e segue quasi sotto ipnosi il loro mutarsi da palle di fuoco a molecole d’acqua, a semplici sfere erranti.
Una musica complessa, ricca di riferimenti a diversi generi, una musica contemporanea, appunto, in cui Einaudi dimostra ancora una volta la sua fama di ricercatore e innovatore, creando una musica etera e sospesa, cangiante e avvolgente.
Un gran bel concerto, ricco e profondo, con luci che vanno a tempo di musica, una vera esperienza multisensoriale, cui fanno seguito vari bis, altrettanto sognanti ed evocativi.
Claudia Belli