Ti dedico una canzone @ Teatro de’ Servi – Roma

Lavorare per vivere o vivere per lavorare? Quante famiglie faticano ad arrivare alla fine del mese,  ma affrontano comunque le difficoltà col sorriso? Quanti vorrebbero un  lavoro sicuro,  senza badare all’effettiva sicurezza sul lavoro?

Al Teatro de’ Servi, dal 2 al 19 dicembre,  Antonio Romano porta in scena l’emozionante storia della sua famiglia in Ti dedico una canzone, con la regia di Antonio Grosso: la vicenda è ambientata in un modesto palazzo di Napoli, dove abita Peppino con la sua famiglia e, da quando aveva undici anni, “pitta le navi”.

Si sveglia alle sei di mattina per andare a lavorare in un cantiere navale tra le vernici, ama teneramente la moglie e i figli ed è un uomo allegro e solare, oltre che un gran lavoratore.

Peppino dedica la sua vita al lavoro ed ha cieca fiducia nell’azienda.

La moglie Antonietta, casalinga, si occupa della casa e dei figli; si preoccupa per il futuro e vorrebbe solo poter trascorrere più tempo con suo marito.

Le sue giornate si ripetono uguali una all’altra, tra le telefonate alla madre e la presenza ingombrante della vicina, pettegola e approfittatrice, Adelina.

Nel palazzo ci abita anche la famiglia di Pierino, il fratello di Peppino, questi è un uomo che si arrangia, non riesce a tenersi un lavoro, chiede sempre aiuto e si barcamena tra lavoretti saltuari e precari.

Pierino invidia la stabilità del fratello ma critica la sua abnegazione lavorativa.

La vita va avanti, tra doveri, scherzi, problemi quotidiani e tenerezze, finché un giorno Peppino si sente male. Un semplice mal di testa si trasforma in qualcosa di più serio e stavolta non basterà la novalgina a far passare tutto e le analisi confermano una drammatica diagnosi: asbestosi.

Da quel momento tutto cambia e ognuno reagisce a modo suo alla tragica notizia. Peppino non riesce a crederci, Antonietta si tortura cercando di capire come sia stato possibile, mentre Pierino non si dà per vinto e cerca una soluzione spingendo il fratello a fare causa all’azienda.

Il futuro non c’è più, rimane solo la voglia di passare il tempo che rimane nel migliore dei modi.

Antonio Romano commuove con il suo Peppino: ogni movimento, gesto ed espressione dipingono  un uomo buono, ottimista e felice.

Maria Scorza è Antonietta, una donna forte e coraggiosa, sul suo volto si leggono preoccupazione, gioia, paura e decisione ed è un piacere vederla ballare con walkman e cuffie.

Il Pierino di Antonello Pascale è un uomo mite e determinato, che nonostante le avversità coltiva le sue passioni e si dedica alla famiglia e la balbuzia sottolinea il temperamento bonario del personaggio.

Carlotta Ballarini interpreta in modo perfetto l’ambigua Adelina, usuraia subdola e impicciona.

Insieme, Pierino e Adelina simboleggiano le molteplici difficoltà della vita ed i diversi modi di affrontarle.

La scenografia è minimale, un tavolo, due sedie ed una piccola cucina che fanno sentire lo spettatore a casa, mentre sullo sfondo alcuni pannelli a gabbia diventano di volta in volta stanze o affacci sulle altre vite del vicinato, grazie anche all’uso delle luci.

L’atmosfera casalinga è poi sottolineata dai molteplici riferimenti al caffè: sembra quasi di sentirne il profumo attraverso i gesti e le parole dei personaggi.

La musica ricorre durante tutto lo spettacolo: Caruso di Lucio Dalla è la canzone preferita di Peppino, perché racconta il suo amore per la moglie, mentre Antonietta canta e balla Faith di George Michael, la sua nostalgia della gioventù passata e la sua fiducia nella vita che affronta con l’uomo che ama.

Ti dedico una canzone è una commedia che appassiona e fa riflettere su quanto valore sia giusto dare al lavoro rispetto alla famiglia, sulle paure e speranze di chi conta sul lavoro per tirare avanti e sulla forza dei legami affettivi.

Lo spettacolo ha vinto nel 2019 il Premio NEXT – Laboratorio di idee per la produzione e distribuzione dello spettacolo dal vivo lombardo ed è inoltre patrocinato dall’ANML (Associazione Nazionale mutilati e invalidi del Lavoro) per il messaggio sull’importanza della sicurezza sul lavoro e la necessità di avere giustizia per le vittime.

Il lavoro deve essere sicuro, perché non si può rischiare la vita per lavorare e non è giusto che una storia d’amore debba durare finché amianto non ci separi.

Laura Pazzelli