Lo spettacolo Un gioco virale apre il cartellone di evento legato al Pride 2021 di Roma, presso il centro culturale Artemia.
Scritto, diretto ed interpretato da Danilo Caiano, sul palco con Gisella Cesari, affronta una delle tematiche più dolorose e complesse legate al mondo LGBT – e non solo – ovvero l’HIV, il virus, che sotto forma di AIDS, ha falciato milioni di vite tra gli anni ’80 e ’90 dello scorso secolo.
Con il trascorrere delle decadi, le cure per il retrovirus hanno rivoluzionato il destino delle persone sieropositive, sconfiggendo la mortalità della malattia e garantendo una qualità della vita più che dignitosa a chi contrae l’infezione.
L’impegno per la prevenzione, la campagna di sensibilizzazione per l’uso del preservativo, da parte della comunità LGBT e’ stato encomiabile, eppure ciò che pare non e’ esser sconfitto e’ lo stigma sociale; l’implicita accusa di aver procurato un danno a se stessi e una serie di timori ancestrali nei confronti degli individui sieropositivi, ancora percepiti come untori.
La grande sfida del nostro tempo e’ la comprensione dell’Hiv per come si presenta oggi: una malattia per cui non v’e’ ancora una cura ne’ un vaccino, ma che grazie ai farmaci moderni e’ azzerato in chi ne e’ affetto quindi non trasmissibile ad altri.
Un gioco virale si pone il delicato obiettivo di portare in scena tale delicato argomento e lo fa con leggerezza ed intelligenza: un ragazzo ed una ragazza si sfidano quotidianamente in una partita a scacchi; la partita che stanno sostenendo in scena vede contrapporsi la diffusione del retrovirus e gli sforzi per arginare l’epidemia.
Danilo Caiano e Gisella Cesari si muovono sul palco come una sorta di deus ex machina, muovendosi tr ale pedine, ripercorrendo la storia della malattia e I suoi effetti sulla nostra società, attraverso una messa in scena volutamente non seriosa ne’ melodrammatica.
Il tono surreale dell’opera smorza il pathos del dramma collettivo, per far concentrare lo spettatore sulla conoscenza di questo male; lo scopo stesso dello spettacolo e’ profondamente divulgativo, nel senso più nobile: Caiano si rivolge alla mente del pubblico e non alle sue viscere, per informare e far riflettere, ponendo l’attenzione sui pregiudizi riguardo la sieropositività, poiché la morte sociale e’ paurosa quanto quella vera.
Lo spettacolo, agile e piacevole, si snoda in 30 minuti per consentire tre repliche nella stessa serata, adattandosi bene all’attuale situazione legata al covid e si poggia sulla convinta e partecipe interpretazione dei suoi due protagonisti.
In scena fino al 12 giugno.
Roberto Cesano