Al Teatro Ghione va in scena Un Marito per 2, scritto e diretto da Claudio Insegno con Pino Insegno, Roberto Ciufoli ed Alessia Navarra.
Phil, interpretato da Pino Insegno, conosce sull’autobus Julie, una ragazza molto più giovane di lui ed è amore a prima vista, a tal punto di volerla sposare dopo una settimana. Il piccolo dettaglio omesso è che Phil è già spostato con Maggie, perciò deve trovare un modo per chiedere il divorzio e comunicare di volersi trasferire nell’appartamento accanto. Per fortuna c’è il suo inseparabile amico George, interpretato da Roberto Ciufoli, che resta coinvolto, suo malgrado, nella vicenda. Inizia così una serie di gag, giochi di equivoci, menzogne e mezze verità, cambio di identità e scambi di persona, cene di gruppo impreviste tra spasimanti o ignari gli uni degl’altri; la situazione diventa sempre più ingarbugliata, tale da rovesciare tutti i piani programmati. Il velo delle bugie raccontate da Phil alla moglie sta per calare proprio quando si scopre che è la stessa Maggie ad avere un simile velo verso il marito; la situazione diventa instabile e, tra urla e reazioni violente, ci si avvia verso un finale inaspettato.
Il palco è arredato in modo molto semplice (a cura di Francesco Scandale): un salone classico sul bianco, un tavolo rotondo apparecchiato con qualche sedia, un divano, molti quadri dipinti dalla stessa Maggie e pareti che collassano in una veranda che dà su giardino; tutta attrezzatura “mobile” in quanto Phil sta trasferendo i suoi stessi mobili nell’appartamento accanto. La focalizzazione è sempre sulla situazione principale, quindi non c’è stato bisogno dell’ausilio delle luci o della loro modulazione, mentre qualche musica di sottofondo classica da commedia allegra fa capolino nei momenti salienti, con l’aiuto di qualche effetto speciale, più da realtà cinematografiche anni ‘80 (a cura di Tiziano Stampete); i costumi, a cura di Gisa Rinaldi, sono davvero quelli della vita quotidiana, essendo una rappresentazione contemporanea. Il cast è numeroso, poiché, oltre agli attori già citati, si aggiungono un’irriverente domestica, il padre di Julie, un’altra amante di Phil e quello di Maggie; le scene sono ben studiate, fluide e con particolar enfasi sulla mimica, buone la performance di Roberto Ciufoli e della seconda amante di Phil, mentre Pino Insegno rimane a volte troppo caricaturale e impostato, forse perchè il personaggio interpretato lo obbliga spesso ad esserlo.
La commedia è molto leggera, sin troppo, con pochi elementi innovativi, tale da scadere spesso nel banale ai limiti della comicità demenziale, battute sui soliti cliché e senza particolari significati oltre la sottile velatura di sarcasmo. Fortunatamente è rumoroso, colorito e nel complesso qualche risata la strappa, perciò Morfeo non riesce a conquistare lo spettatore nelle comode poltrone del Teatro Ghione per la lunghe due ore e un quarto di spettacolo. La lunga durata è immotivata per la sinossi definita, che risulta poco snella e sembra fatichi a trovare una degna conclusione. Lo spettacolo è destinato più a gag televisive che a teatro, forse ottimo per il solito pubblico italiano che non cerca nient’altro che una serata per distrarsi dallo stress e monotonia quotidiani, infatti ride in continuazione fino alla fine. Tutto sommato si può definire ben riuscito nel suo intento per i tanti, ma lascia perplessi e con molte domande i pochi.
Fino al 23 marzo 2014.
Marco Lelli