Al Teatro dei Conciatori di Roma è in scena Un Natale Rosso Sherlock, scritto e diretto da Francesca Draghetti e accompagnato dalle musiche originali di Nanni Baldini.
Uno spettacolo irresistibile, che affianca la parodia di un personaggio tanto amato dal pubblico di tutto il mondo al sapiente uso di musica e di semplici ed efficaci coreografie: il mito del sagace ed infallibile Sherlock Holmes si trasforma in un saccente, imbranato, improbabile detective che parte a caccia di uno spietato assassino, accompagnato dall’adorabile Watson, l’unico che capisce realmente il concatenarsi dei fatti, anche se soggiogato dalla personalità di Holmes.
La notte di Natale Holmes è nervoso ed insoddisfatto e spiega, intonando una brano musicale, che a Natale sono tutti più buoni e, quindi, il lavoro per uno come lui scarseggia. Watson, invece, non vede l’ora di andarsene a casa a festeggiare. Ecco che ricevono la visita inaspettata di un’attrice in incognito, che li catapulta in un nuovo caso da risolvere: una catena di omicidi misteriosi in un villaggio scozzese. Un susseguirsi di trovate geniali e scene divertenti, di personaggi esilaranti e di canti e balli, di infiniti equivoci e di gag irresistibili, attraverso cui il meraviglioso e affiatatissimo cast di attori accompagna il pubblico verso la soluzione del caso.
Gli interpreti sono davvero uno più bravo dell’altro, si muovono sul palco con disinvoltura, dimostrando una grande capacità espressiva ed una simpatia coinvolgente, ciascuno a modo suo. Ogni personaggio è caratterizzato in modo ben distinto dagli altri, indipendentemente dal peso nell’economia dello spettacolo, dimostrando la preparazione tecnica di tutti gli attori coinvolti e la sapiente regia che li ha coordinati.
Malgrado il giallo ed il mistero non siano ben articolati, il pubblico viene catturato dalla scena e dai suoi protagonisti, divertito dall’uso di ombrelli in scena per creare oggetti di vario genere e muoverli facilmente, cambiando ambientazione e scenografia. Attento l’uso delle luci, con una selezione di toni freddi e cupi nelle scene notturne all’aperto, tra le stradine periferiche e i cimiteri di Edimburgo, la maggior luminosità abbinata alla scelta di costumi colorati nella taverna o al circo. Intelligente anche l’idea di proiettare sul fondale immagini che aiutano a rendere l’atmosfera, come una vetrata gotica per farci intendere che si tratta di una chiesa.
Una regia impeccabile, un cast eccezionale, una scenografia originale per uno spettacolo assolutamente da non perdere, in scena fino al 5 aprile.
Claudia Belli