Una giovinezza enormemente giovane @ Teatro Piccolo Eliseo – Roma

Roberto-Herlitzka-660x330A quarant’anni dalla sua barbara, tragica, fine quanto è grande l’eredità che Pier Paolo Pasolini ha lasciato al nostro Paese? Scrittore, poeta, regista, attento osservatore della realtà circostante, intellettuale dalle idee brutali, forti ed antoconvenzionali, omosessuale catto-comunista in un momento storico privo d’aperture e comprensione verso la diversità di genere, Pasolini è moderno e d’un’attualità che ne rende l’assenza ancor più ingiusta e sbagliata, nel pensiero e nella sua stessa figura nella sua interezza.

La sua eredità culturale è enorme quanto il vuoto che ha lasciato, pertanto. Nel quarantennale della sua scomparsa, sono numerose le iniziative celebrative in tutta Italia, specie in quella Roma che lo adottò come una matrigna avida e generosa al contempo e che fu da lui immortalata in tutta la sua oscura fascinazione, dai vicoli delle periferie agli appartamenti alto-borghesi dei Parioli.

Una giovinezza enormente giovane è perfettamente in linea con tale spirito: un omaggio sentito, doveroso, a Pasolini che indaga sulla materia incandescente delle parole dell’artista friulano.

C’è un fantoccio steso sul pavimento, coperto di sangue e fango, il cadavere dello scrittore all’idroscalo di Ostia, e c’è Roberto Herlitzka, una sorta di proiezione di Pasolini che ergendosi sulle sue spoglie mortali si lancia in un monologo lungo, coinvolgente in cui si fondono, in un flusso di coscienza, intimità ed analisi sociale sul Belpaese.

Pasolini parla al pubblico, mentre sullo sfondo dietro di lui scorrono immagini di repertorio di Tor Pignattara ed il Quarticciolo, le periferie romane da lui amate, le foto delle vittime della strage di Piazza Fontana, spezzoni delle sue pellicole.

Egli recita versi delle sue poesie in dialetto friulano, descrive l’archetipo maschile da cui è attratto senza lussuria o lascivia, illustra le motivazioni della genesi di Petrolio, il romanzo-denuncia incompiuto, che ne causò quella che è stata la sua esecuzione, seppur ufficialmente l’indagine relativa al suo omicidio è chiusa.

Innocente, franco, vaga sul palco ed alla fine quella giovinezza enormemente giovane, così presente nelle sue ossessioni, nei corpi dei suoi amanti, nelle strade popolane della Città Eterna e nei suoi stessi vers, senza mai appartenergli realmente, pervade lo spettatore, commuovendolo per un lutto che sanguina Storia anche quarant’anni dopo.

Gianni Borgia, studioso romano ed amico di Pasolini morto nel 20014, ha scritto questo lungo monologo, compiendo un lavoro certosino nell’assemblare frammenti della sua identità d’esser umano ed artista.

Non siamo di fronte ad un semplice catalogo di citazioni, al contrario la Parola lo resuscita, riportandolo grazie al corpo ed alla voce di Herlitzka nel mondo dei vivi; un atto d’amore emozionante e sincero che lo spettatore avverte come tale.

Egli è lì sul palco, per quanto l’inquietante fantoccio ci ricordi costantemente la sua scomparsa, ci invita a riflettere sul presente e sul passato, ricorda aneddoti ed eventi storici e lo fa grazie alla magnifica interpretazione di Roberto Herlitzka.

L’attore domina completamente lo spazio scenico; tesse una tela di parole attorno al pubblico e ne mantiene l’attenzione per tutta la durata dello spettacolo. A settantotto anni, l’attore si muove con lentezza ma la sua voce è ferma, priva d’ imprecisioni mostrando come la potenza interpretativa mini le leggi del tempo. La bravura di Herlitzka è un dato oggettivo ed è curioso notare ch’egli nel film Buongiorno Notte di Marco Bellocchio, interpretasse Aldo Moro, altra celebre vittima degli anni Settanta come lo stesso Pasolini.

Antonio Calenda dirige lo spettacolo con attenta cura, svuota di qualsiasi enfasi la realizzazione del monologo e dosa sapientemente i tempi teatrali, avvalendodi d’immagini di repertorio tra cui una prova d’attore di Pasolini per l’amico Carlo Lizzani.

La scenografia, nella sua semplicità, ricrea l’ambiente in cui Pasolini perì e le luci connotano i differenti momenti del monologo, seguendo Herlitzka nei suoi movimenti sul palco.

In scena fino al 29 novembre, alle 20.00 sino a sabato ed alle 16.00 domenica, presso il Piccolo Eliseo.

Roberto Cesano