Dal 14 al 26 gennaio al Teatro India di Roma, la regista Georgina Pi – che ha diretto un superbo adattamento di Settimo Cielo di Caryl Churchill, sempre al Teatro India – porta in scena Wasted della poetessa, drammaturga e artista britannica Kate Tempest (già vincitrice del prestigiosissimo Next Generation Poet) nella traduzione di Riccardo Duranti.
Prodotto da Emilia Romagna Teatro Fondazione, in collaborazione con la collettiva Angelo Mai / Bluemotion, di cui la regista è socia fondatrice, Wasted fu il primo spettacolo dell’artista britannica, una confessione drammaturgica in ya face sullo weltschmerz di una generazione, che s’è persa e lotta per ritrovarsi.
In scena ci sono tre amici di vecchia data, ormai trentenni, ritrovatisi a commemorare un anniversario importante: è un giorno speciale per Ted, Danny e Charlotte, ed anche il giorno in cui fanno i conti con le proprie esistenze, le scelte, le persone che erano e quelle che sono diventate.
Una volta erano qualcuno – almeno per loro stessi – mentre adesso ‘passano la vita a parlare della vita’, come dice uno dei protagonisti.
Ma allora forse bisogna tornare a perdere il controllo, a fare la differenza e diventare qualcuno.
In questo viaggio socio-psicologico (sull’amore, la vita, l’amicizia, la perdita e la speranza), le parole della Tempest colpiscono velocemente, attraverso l’utilizzo di tecniche drammaturgiche prestatesi al rap, al soliloquio e alla performance art e ferocemente estasiatano la platea e sublimano un pathos che è magistralmente espresso dai tre attori: Sylvia De Fanti, Xhulio Petushi e Gabriele Portoghese.
Una menzione speciale la merita Gabriele Portoghese, già nel pantheon delle giovani promesse del teatro italiano, le cui arte ed estetica scenica e drammaturgica, maturate con il tempo, ne fanno una dei più importanti interpreti teatrali italiani.
Adatti i costumi, suggestiva la scena e lo sfruttamento dell’ambiente sonoro e del materiale video.
Fabrizio Funari